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Immagine del redattoreDaniela Grossi

Le scarpe strette


Avete presente il disagio che si prova a camminare con un paio di scarpe troppo strette?

Vivere una vita che non ci corrisponde è come camminare con un paio di scarpe troppo strette: inizialmente le puoi anche sopportare, ma poi via via che continui a camminare i piedi fanno sempre più male fino a che ti costringono a fermarti per poterle finalmente togliere.

Anche a chi sta vivendo una vita che non gli appartiene succede più o meno la stessa cosa: inizialmente il disagio è sopportabile, ma poi con l'andare del tempo si accentua fino a provocare un disagio che costringe a fermarsi e a fare i conti con la propria vita.

Cosa significa vivere una vita che non ci appartiene?

Significa semplicemente vivere la vita di altri, in altre parole significa rispondere alle aspettative altrui, dei genitori, degli amici, dei superiori, degli insegnanti, e via dicendo.

Viviamo la vita di altri quando desideriamo fare, dire qualcosa o essere in un certo modo e invece ci ritroviamo a fare, dire o essere tutt'altro perchè condizionati da altri.

In questi momenti la vita diventa difficile, non perchè in realtà lo sia, ma semplicemente perchè non è la nostra; in questi momenti la nostra vera natura non si sta esprimendo, ma sta copiando quella di un altro.

Per vivere la vita che ci appartiene è necessario esprimere appieno la propria vera natura in tutte le sue potenzialità, significa inseguire i propri sogni e non quelli di un altro, significa identificare e realizzare le proprie aspirazioni anche se a volte questo significa andare controcorrente.

Solo così si potrà vivere la vita in tutta la sua pienezza.

Vivere una vita piena porta salute e benessere, nella Carta di Ottawa sottoscritta dagli stati appartenenti all'OMS è scritto: "Per raggiungere uno stato di completo benessere fisico, mentale e sociale, un individuo deve essere capace di identificare e realizzare le proprie aspirazioni, soddisfare i bisogni, cambiare l'ambiente circostante o farvi fronte."

Se stiamo facendo un lavoro che non ci piace, o frequentando compagnie con cui non ci sentiamo in sintonia, o se stiamo portando avanti relazioni che non ci permettono di crescere insieme, o se ci accorgiamo che la maggior parte delle volte non ci esprimiamo come vorremmo, significa che stiamo camminando con scarpe troppo strette che prima o poi ci faranno fermare.

Questo concetto è chiaramente illustrato nella storia della vita narrata dal Dr Bach:

“Una ragazzina ha deciso di dipingere un quadro con una casa in tempo per il compleanno della madre. Nella sua mente il quadro è già finito, ella sa come attuarlo nel più piccolo dettaglio, resta soltanto di metterlo giù sulla carta. Prende la scatola con i colori, il pennello e lo straccio, e piena di entusiasmo e felicità si mette al lavoro. Tutta la sua attenzione e interesse sono concentrati su ciò che fa, niente può distrarla dal lavoro in corso. Il quadro è finito in tempo per il compleanno. Con grandissima abilità ha ritratto la sua idea della casa: è un’opera d’arte perché è tutta sua, ogni pennellata è fatta per amore verso sua madre; ogni finestra, ogni porta ritratta con la convinzione che doveva essere lì. Quand’anche possa sembrare una baracca, è comunque la più perfetta casa mai realizzata in un quadro; è un successo perché la piccola artista ha messo tutto il suo cuore e la sua anima, tutto il suo essere nel farlo.

Questa è salute; questo è successo e felicità e vero servizio: servendo per amore, in perfetta libertà, ognuno a modo suo. E così scendiamo in questo mondo, sapendo quale quadro dobbiamo dipingere, avendo già tracciato un piano del nostro passaggio nella vita, e tutto quello che ci resta da fare è di metterlo nella sua forma materiale. Andiamo avanti pieni di gioia e interesse, concentrando tutta la nostra attenzione nel perfezionare quel quadro, con grandissima abilità, traducendo i nostri pensieri ed obiettivi nella vita terrena in qualunque ambiente abbiamo scelto. Poi, se seguiamo dall’inizio alla fine i nostri veri ideali, i nostri veri desideri con tutta la forza che possediamo, non c’è fallimento: la nostra vita è stata un successo splendido, sano e felice.

La stessa storiella della giovane pittrice illustra come, se lo permettiamo, le difficoltà della vita possano interferire con questo successo, salute e felicità, e ci distolgano dal nostro scopo.

La ragazzina sta dipingendo indaffaratamente e felicemente quando arriva qualcuno e le dice:”Perché non mettere la finestra qui e la porta lì, e poi il sentiero del giardino dovrebbe andare così”. Il risultato della giovane sarà di perdere totale interesse nel lavoro, può darsi che continuerà, ma ora sta mettendo giù sulla carta soltanto idee altrui. Può scocciarsi, diventare irritata, infelice o impaurita nel rifiutare questi suggerimenti o incominciare a odiare il quadro e forse strapparlo: la reazione dipenderà dal carattere della ragazzina. Il quadro finale potrebbe essere una casa riconoscibile, però sarà imperfetta e un fallimento perché è l’interpretazione dell’idea altrui e non quella della ragazzina. Non può servire come regalo di compleanno perché può darsi che non sarà completato in tempo e la madre dovrà aspettare tutto un altro anno per il suo regalo.

Questo è malattia: la reazione all’indifferenza; questo è fallimento e infelicità temporanea. Questo accade quando permettiamo ad altri di interferire con lo scopo della nostra vita e impiantare nella nostra mente dubbio, paura e indifferenza”.

E aggiungo io: queste sono le scarpe strette.

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